educazione

Educazione ed emozioni

Educazione ed emozioni

Il tema delle emozioni è senza dubbio uno dei più ampi nei campi delle scienze umane difatti governano tutti i rapporti umani, permettendo alle persone di aprirsi al mondo e di entrare in relazione con gli altri. La gestione delle emozioni è un tema trasversale a tutte le fasce di età, dall’infanzia al mondo adulto riconoscerle e saperle gestire significa stare meglio al mondo con se stessi, con la propria famiglia e con gli altri. È importante per genitori, insegnanti ed educatori diventare delle guide per accompagnare l’individuo di ogni età nell’esplorazione dei sentimenti, delle emozioni e delle affettività e comprenderne le valenze educative. Le emozioni sono differenti rispetto ai sentimenti difatti provocano cambiamenti fisiologici, comportamentali e psicologici.

L’educazione svolge un ruolo fondamentale in tutto ciò difatti il significato della stessa è: “condurre fuori, liberare, far venire alla luce qualcosa che è nascosto, portare a compimento” ed ha l’obiettivo di sviluppare competenze emotive o meglio l’insieme di conoscenze, abilità, capacità e attitudini necessarie a prendere coscienza e consapevolezza, delle proprie emozioni.

Educare alle emozioni è un compito impegnativo ma fondamentale per favorire l’apprendimento perché non è solo con l’intelligenza e la razionalità che si ha successo nell’apprendimento. L’emozione influisce nel processo di apprendimento in quanto agisce come guida nella presa di decisioni e nella formulazione delle idee. L’importanza delle emozioni nell’apprendimento e messa in evidenza dal collegamento che c’è tra le stesse emozioni e la memoria. Infatti le emozioni che la nostra mente cataloga come “importanti” hanno una buona probabilità di venire successivamente ricordate. Educare alle emozioni significa imparare a stare nell’emozione senza esserne sopraffatto altrimenti non è un’educazione ma una forma di repressione.

Autore: Educatore Anna Greco

Comunicazione ed educazione

Comunicazione ed educazione

La relazione educativa a differenza delle altre relazioni che possono venire a costituirsi nei vari contesti, che siano essi terapeutici-sanitari o di formazione, è di tipo ciclica. Tale termine implica la reciprocità tra educatore ed educando in cui l’atto comunicativo non viene inteso con una posizione asimmetrica o di dominio da parte dell’educatore sull’educando, ma, gli attori coinvolti si trovano alla pari. Usando le parole del pedagogista Canevaro: “io ho una mia identità originale, così come l’altro ha una sua identità originale; il nostro incontro rivela e fa si che io abbia qualcosa dell’altro, e l’altro abbia qualcosa di me”. Da un “Io” e un “Tu” coinvolti nella relazione viene a costituirsi un “Noi”, ovvero un riconoscimento da entrambi gli attori coinvolti nella relazione.

In questo senso, all’interno della relazione educativa, l’aspetto empatico è di primaria importanza poiché l’educando-utente si trova riconosciuto e compreso nella sua unicità soggettiva. La comunicazione, dal latino comunico che significa mettere in comune, è una delle principali abilità che l’educatore professionale deve saper gestire e captare. Infatti, la comunicazione educativa è orientata a stabilire una relazione che incrementa la crescita dell’altro, permettendo di sviluppare le potenzialità in rapporto ai valori significativi. Essa esprime l’etica stessa dell’educazione in cui l’educatore è testimone con il proprio vissuto, con i contenuti che comunica e il modo in cui li trasmette. Per questo oggi si parla di educazione come “arte dell’accompagnare” in cui educatore ed educando iniziano un percorso insieme a prescindere dei ruoli.

Autore: Educatore Giuseppe Spadafora

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