Mamma, aiutami a dire pa-pa…Parole!
Mamma, aiutami a dire pa-pa…Parole!
Molte volte ci concentriamo solo ed sclusivamnete sul superamento del disturbo dei piccoli pazienti. Cosi facendo sottovalutiamo la condizine psico-emotiva della coppia Genitorile, in relazione alla gestione di una difficoltร del proprio figlio.
<< Mamma, aiutami a dire pa โ pa! >> era la frase che Cecilia continuava a dire, a ridire, a lasciare in sospeso.
<<Eโ facile! Ci riesci giร benissimo da sola! Comunque, prova a ripetere, dai: papร >> rispondeva ogni volta come un nastro rotto la mamma.
<<Mamma, ma โ ma io non devo ripetere โpapร โ, voglio dire pa โpa . . .>>. La mamma non capiva cosa volesse dire Cecilia, la sua unica figlia, che,
da alcuni giorni, un bel poโ ormai, aveva iniziato a balbettare. Lโespressione
interrotta: <<mamma, aiutami a dire pa โ pa!>>, in particolare, lโaveva fatta coincidere con la partenza, per motivi di lavoro, di Riccardo, suo papร
per lโappunto.
<<Dlin-dlon mamma! Mamma dlin-dlon, il campanello!>> urlรฒ Cecilia dalla sua cameretta al piano di sopra, nella quale era salita da circa unโora a far fnta di riposare.
<<Ma tu non dovevi fare il tuo sonnellino pomeridiano?>> replicรฒ la mamma, dal divano, su cui si era adagiata per rifugiarsi nei suoi pensieri. Ed era proprio a causa dei suoi pensieri, che non aveva a๏ฌatto sentito il suono di quel campanello. Si alzรฒ e si diresse verso lโuscio, sistemandosi i capelli arru๏ฌati dal cuscino. Aprรฌ la porta.
<<Jonas! E tu che ci fai qui?>>
<<Signora Michela, ho capito?>>
<<Di cosa parli? Vieni, entra!>>
<<No, non posso, dovrei essere nella mia stanza a riposare, se mia madre mi scopre sono guai!>>
<<Non sei il solo! Comunque, dimmi pure!>>
<<Ho scoperto cosa vuole dire Cecilia con โpa โ paโ, quella parola che non riesce a fnire!>>
<<E tu cosa ne sai?>>
<<Non fa altro che parlare di questo a scuola! Eโ tutta la notte che ci penso! Sรฌ, deve essere per forza cosรฌ!>>
<<E cosa dice a scuola?>>
<<Dice che lei, signora Michela, non dorme mai, soprattutto di pomeriggio, ma si mette sempre con la testa sul cuscino. E neanche Cecilia ci riesce! Molte volte nemmeno di notte! Cecilia la sente sempre litigare con il
signor Riccardo! Me lโha detto anche ieri! Allora io ho pensato al mio papร . Lui, quando litiga con la mamma, dice un sacco di parolacce.
Quindi, la parola che vuole dire Cecilia รจ โparolacceโ! Solo che lei dice di no, che il suo papร non dice parolacce. Non le dice perchรฉ non cโรจ piรน a casa! >>
<<Ok, Jonas! Fermati, torna nella tua cameretta ora, o sarรฒ costretta a chiamare la mamma! Su, vร , ti guardo attraversare la strada da qui!>>
Michela si passรฒ le mani sugli occhi umidi. Era primo pomeriggio, il sole era alto. Lโimprovviso arrivo di Jonas e la sua irruenza lโavevano riportata troppo in fretta alla realtร . Richiuse la porta con inusitata lentezza e andรฒ alla ricerca del suo cellulare in cucina. Jonas, che in ebraico signifca โColombaโ, era andato a portare quel messaggio per scuoterla dal suo torpore o era solo un bimbo monello, uno dei tanti compagni di scuola troppo vivaci di Cecilia? Magari si era inventato tutto, pensรฒ istintivamente. Oppure Cecilia aveva davvero capito che Riccardo, suo papร , non era fuori per lavoro. In maniera del tutto automatica, Michela prese il telefonino dalla sua borsa e scrisse un messaggio:
<<Riccardo, chiamami appena puoi. Dobbiamo parlare di noi, per il bene di Cecilia!>>.
Autore: Dr. Francesco Vallone