Educatori

L’educatore professionale

L’educatore professionale

L’educatore professionale è un operatore sociale e sanitario che lavora con soggetti che si trovano in condizioni di fragilità di natura fisica, psichica e sociale. esso risponde ai bisogni prioritari di salute attraverso interventi educativi e riabilitativi finalizzati alla persona per poter recuperare, mantenere e potenziare le abilità , le risorse e le autonomie funzionali. tutto questo grazie anche alla stretta collaborazione con gli altri professionisti sanitari che insieme costituiscono l’equipe multidisciplinare che ha in carico la persona.

L’educatore professionale svolge la sua attività professionale, nell’ambito delle sue competenze, in strutture e servizi sociosanitari e socioeducativi pubblici o privati, sul territorio, nelle strutture residenziali e semiresidenziali. in tali contesti l’educatore ha come obiettivo: la programmazione, la gestione e la verifica di interventi educativi per soggetti che hanno bisogno di raggiungere livelli sempre più alti di autonomia coinvolgendo non solo le altre figure professionali ma anche le loro famiglie, i gruppi, la comunità di riferimento.

Gli interventi sono indirizzati verso i soggetti con difficoltà e fragilità di diversa tipologia e livello. Tra questi i minori, gli anziani, i tossicodipendenti, i soggetti con disabilità fisica e mentale, alcolisti, carcerati, pazienti psichiatrici. Molte volte la prese in carico non sono individuali, perchè si agisce nell’ambiente in cui si opera. Si devono considerare più \”attori\” ed elementi che insieme portano al raggiungimento degli obiettivi.

Autore: Marida Scarpelli

Educazione ed emozioni

Educazione ed emozioni

Il tema delle emozioni è senza dubbio uno dei più ampi nei campi delle scienze umane difatti governano tutti i rapporti umani, permettendo alle persone di aprirsi al mondo e di entrare in relazione con gli altri. La gestione delle emozioni è un tema trasversale a tutte le fasce di età, dall’infanzia al mondo adulto riconoscerle e saperle gestire significa stare meglio al mondo con se stessi, con la propria famiglia e con gli altri. È importante per genitori, insegnanti ed educatori diventare delle guide per accompagnare l’individuo di ogni età nell’esplorazione dei sentimenti, delle emozioni e delle affettività e comprenderne le valenze educative. Le emozioni sono differenti rispetto ai sentimenti difatti provocano cambiamenti fisiologici, comportamentali e psicologici.

L’educazione svolge un ruolo fondamentale in tutto ciò difatti il significato della stessa è: “condurre fuori, liberare, far venire alla luce qualcosa che è nascosto, portare a compimento” ed ha l’obiettivo di sviluppare competenze emotive o meglio l’insieme di conoscenze, abilità, capacità e attitudini necessarie a prendere coscienza e consapevolezza, delle proprie emozioni.

Educare alle emozioni è un compito impegnativo ma fondamentale per favorire l’apprendimento perché non è solo con l’intelligenza e la razionalità che si ha successo nell’apprendimento. L’emozione influisce nel processo di apprendimento in quanto agisce come guida nella presa di decisioni e nella formulazione delle idee. L’importanza delle emozioni nell’apprendimento e messa in evidenza dal collegamento che c’è tra le stesse emozioni e la memoria. Infatti le emozioni che la nostra mente cataloga come “importanti” hanno una buona probabilità di venire successivamente ricordate. Educare alle emozioni significa imparare a stare nell’emozione senza esserne sopraffatto altrimenti non è un’educazione ma una forma di repressione.

Autore: Educatore Anna Greco

Comunicazione ed educazione

Comunicazione ed educazione

La relazione educativa a differenza delle altre relazioni che possono venire a costituirsi nei vari contesti, che siano essi terapeutici-sanitari o di formazione, è di tipo ciclica. Tale termine implica la reciprocità tra educatore ed educando in cui l’atto comunicativo non viene inteso con una posizione asimmetrica o di dominio da parte dell’educatore sull’educando, ma, gli attori coinvolti si trovano alla pari. Usando le parole del pedagogista Canevaro: “io ho una mia identità originale, così come l’altro ha una sua identità originale; il nostro incontro rivela e fa si che io abbia qualcosa dell’altro, e l’altro abbia qualcosa di me”. Da un “Io” e un “Tu” coinvolti nella relazione viene a costituirsi un “Noi”, ovvero un riconoscimento da entrambi gli attori coinvolti nella relazione.

In questo senso, all’interno della relazione educativa, l’aspetto empatico è di primaria importanza poiché l’educando-utente si trova riconosciuto e compreso nella sua unicità soggettiva. La comunicazione, dal latino comunico che significa mettere in comune, è una delle principali abilità che l’educatore professionale deve saper gestire e captare. Infatti, la comunicazione educativa è orientata a stabilire una relazione che incrementa la crescita dell’altro, permettendo di sviluppare le potenzialità in rapporto ai valori significativi. Essa esprime l’etica stessa dell’educazione in cui l’educatore è testimone con il proprio vissuto, con i contenuti che comunica e il modo in cui li trasmette. Per questo oggi si parla di educazione come “arte dell’accompagnare” in cui educatore ed educando iniziano un percorso insieme a prescindere dei ruoli.

Autore: Educatore Giuseppe Spadafora

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