Ovaio Policistico: visite periodiche evitano rischi inutili

Le cisti ovariche rappresentano un problema molto diffuso tra la popolazione femminile. La sindrome dell’ovaio micropolicistico colpisce le donne in età fertile entro i 50 anni, con possibili conseguenze sulla fertilità. L’incidenza media della sindrome rappresenta il 20% delle malattie ginecologiche.La causa deriva da una sovrapproduzione di ormoni maschili nel corpo femminile e la conseguente alterazione nella produzione della cellula uovo in ciste da parte delle ovaie. I disturbi associati alla patologia possono essere:

  • Sovrappeso;

  • Acne;

  • Ritardo del ciclo mestruale;

  • Peluria diffusa.

La diagnosi spesso non è immediata ma prestare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme può garantire un intervento rapido ed efficace. L’irregolarità del ciclo abbinata ad un insolito aumento di peso, può suggerire la presenza della sindrome da ovaio policistico. Inoltre, i sintomi possono essere:

  • Fastidio e senso di pressione nella parte interessata;

  • Dolore durante i rapporti sessuali;

  • Disturbi del ciclo mestruale, come amenorrea o perdite abbondanti.

Per determinare la presenza della sindrome, sono necessari gli accertamenti medici:

  • Analisi del sangue, per controllare la concentrazione di testosterone;

  • Ecografia transvaginale presso il ginecologo, per il riscontro della presenza di microcisti all’interno delle ovaie.

Dall’esame e dalla visita ginecologica sarà possibile definire lo stato delle cisti, se benigne o maligne. Nella maggioranza dei casi si tratta di cisti ovariche semplici, la cui guarigione avviene spontaneamente nel corso di alcuni anni, nell’80% dei casi. Talvolta è necessaria una terapia farmacologica, come l’assunzione di acido folico, un integratore da assumere sotto la guida del ginecologo. Solo nell’1% dei casi, l’ovaio policistico può avere complicazioni ed è necessario ricorrere all’intervento chirurgico.

Visite periodiche e una corretta informazione possono evitare l’insorgere di serie problematiche. Tra le complicanze maggiori vi sono la perforazione dell’intestino e il possibile insorgere di una malignità della cisti. L’operazione, in età fertile, è riconducibile alla laparoscopia, l’asportazione della sola parte malata. Si può rendere necessario l’intervento anche nel caso in cui vi sia un aumento delle dimensioni della massa, superiore ai 5 cm.

Il monitoraggio e la sorveglianza attiva, presso il ginecologo, determinano la salute psico-fisica della donna evitando inutili rischi.

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